[as] con altri occhi
Fisica ed entertainment: un matrimonio possibile.

di Patrizio Roversi, conduttore televisivo


a.
Patrizio Roversi che con il veliero Adriatica dei Velisti per caso da quattro anni ha permesso la crociera scientifica Fisica in barca (http://web.infn.it/fisicainbarca), promossa dall’Infn per divulgare la fisica a bordo e in porto.

Grazie alla Fisica in barca, un’iniziativa di divulgazione dell’Infn che si è svolta quest’anno per la quarta volta, ho avuto modo di conoscere i fisici “in diretta” e in azione. E dopo questa esperienza è cambiato il mio rapporto con quegli strumenti semplici o complessi che ognuno di noi usa quotidianamente e di cui in linea di massima si guarda bene dal chiedersi i motivi del funzionamento. Io sono una di quelle persone tendenzialmente molto timide e pigre, che se usa un gps, un computer, un telefono satellitare, piuttosto che una barca a vela, non si chiede perché funzionano, ma prende atto che funzionano ed è contento. Invece, in realtà, questo tipo di conoscenza, anche minimale, ti porta a vedere i fenomeni quotidiani con altri occhi. Vedere dei fisici in barca che spiegano ai ragazzi, e quindi anche a me, come è avvenuto con Fisica in barca su Adriatica in giro per i porti d’Italia, le motivazioni di tanti movimenti fatti un sacco di volte in automatico quando si naviga in barca a vela, diventa un momento molto importante. Ritengo che il cittadino di oggi debba adottare dei comportamenti avendone la consapevolezza, avendo un minimo di coscienza scientifica, una cosa che magari trent’anni fa non serviva. Io ringrazio di aver avuto un professore alle medie, Giuliano Parenti, ormai 42 anni fa, che mi spiegava come funzionava il linguaggio delle immagini e quello pubblicitario. Mi ha iniziato così alla “comunicazione” e ne ho fatto il mio mestiere.

Adesso c’è bisogno di molto di più. Credo che l’uomo della strada abbia bisogno di una continua educazione alla scienza per decidere e un’altrettanta educazione alla tecnologia per usarla. Ad esempio, nella situazione di crisi energetica e climatica in cui si trova la nostra Terra oggigiorno, noi comuni cittadini siamo tenuti a prendere delle decisioni e a dover modificare i nostri comportamenti. Scienza e tecnologia sono quindi, secondo me, tematiche che a scuola dovrebbero stare in prima fila. Per questo motivo è importantissimo che il ricercatore esca dal laboratorio, sia disposto a raccontarsi, per dare al pubblico gli strumenti critici per sostenere la ricerca stessa, soprattutto quella di base. L’Infn, con Fisica in barca, ma non solo, lo ha capito e questo mi fa piacere. Lo scorso anno ho anche partecipato a due caffé scientifici a Viterbo e a Roma, insieme al vicepresidente entrante e quello uscente dell’Infn, e mi è piaciuto moltissimo come loro sono riusciti a spiegare la fisica, anche molto complessa come quella legata a Lhc, ad un pubblico indifferenziato che era semplicemente curioso. Spiegazioni comprensibili e affascinanti.
Purtroppo non tutti gli scienziati ne sono capaci e si rende necessaria una terminologia “di divulgazione” della fisica comprensibile a tutti. Bisognerebbe che gli scienziati rallentassero e le persone comuni come me accelerassero un po’. Un veicolo possibile per avvicinarsi al grande pubblico, che ho sperimentato personalmente, è la “divulgazione-entertainment”. Un esperimento che ho voluto tentare con Syusy Bladi in Evoluti per Caso (la trasmissione andata in onda su Rai Tre nel 2007). Il nostro ruolo era quello del “sindacalista”, quello che fa gli interessi del pubblico che vuole capire, ponendo allo specialista domande che non vogliono mai perdere il contatto con il linguaggio comune, che trascinano sempre lo scienziato a spogliarsi, a uscire, a rischiare spiegazioni anche non perfette ma in qualche modo comprensibili. In Evoluti per Caso abbiamo raccontato gli scienziati mentre facevano una ricerca sul campo e abbiamo capito che la comunicazione della scienza attraverso l’entertainment è possibile attraverso un lavoro di gruppo. Scienza ed entertainment è un matrimonio possibile. Ce la si fa se si è in due, come in tutti i matrimoni.

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