Spaccare il secondo
Dagli orologi atomici agli orologi nucleari
di Aldo Godone e Massimo Inguscio
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Schema di un orologio atomico. La radiazione di un oscillatore laser è agganciata in frequenza alla transizione atomica di riferimento attraverso un modulatore e inviata a un divisore di frequenza, che genera l’unità di tempo in secondi.
La scienza che si occupa di definire le unità di misura, la metrologia moderna, discende da un’intuizione di James Maxwell del 1870, secondo cui: “Se si vogliono ottenere campioni di lunghezza, tempo e massa, che siano assolutamente permanenti, essi devono essere cercati non nelle dimensioni o nel movimento o nella massa del nostro pianeta, ma nella lunghezza d’onda, nella frequenza e nella massa assoluta degli atomi. Essi infatti sono eterni, inalterabili e tutti perfettamente uguali”. Il suggerimento di Maxwell è stato messo in pratica per la prima volta per l’unità di misura del tempo, costruendo degli orologi atomici: si tratta di dispositivi, costituiti da un oscillatore (in genere un laser), che analizza una transizione atomica utilizzata come discriminatore della frequenza, e da un divisore di frequenza, in grado di riportare il periodo dell’oscillazione atomica di riferimento a un intervallo di tempo convenzionalmente definito come un secondo (vd. fig. a).
Il primo orologio atomico è stato realizzato nel 1955 al National Physical Laboratory in Inghilterra da Louis Essen e Jack Parry utilizzando una transizione dello stato fondamentale del cesio 133, la cui frequenza è stata poi convenzionalmente definita pari a 9.192.631.770 Hz ed è alla base dell’attuale definizione del secondo. Lo sviluppo di questo orologio è stato impressionante, in quanto ha migliorato la sua accuratezza di circa un ordine di grandezza ogni decennio, sino a raggiungere il livello di una parte su 1014 nel 1990. Questo significa che orologi di questo tipo possono sbagliare al massimo di un miliardesimo di secondo al giorno. La “performance” di un orologio atomico dipende principalmente dal tipo di transizione dell’atomo di riferimento e dall’isolamento dalle perturbazioni esterne (come campi elettrici, magnetici, temperatura, urti, ...). L’intuizione di Maxwell, infatti, è tanto più valida quanto più la realizzazione sperimentale riproduce la situazione ideale di un atomo imperturbato.
L’apparato di controllo della fontana criogenica al cesio utilizzata quale campione primario della scala di tempo nazionale italiana.
Aldo Godone ha svolto la sua attività scientifica nel campo della spettroscopia atomica ad alta risoluzione e in particolare dei campioni atomici di frequenza. Attualmente è coordinatore scientifico dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) di Torino.
Massimo Inguscio, professore di fisica della materia all’Università di Firenze, è esperto a livello internazionale di materia condensata ultrafredda. È co-fondatore del Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non-Lineare ed è attualmente presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) di Torino.
Link
http://www.inrim.it/ldm/index_i.shtml
http://www.hoepli.it/libro/il-tempo-e-atomico-/9788820358945.html
http://physics.aps.org/articles/v5/126
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