Cambia, todo cambia!
La variazione delle costanti fondamentali
di Massimo Pietroni
Ogni teoria fisica contiene un certo numero di parametri che non possono essere calcolati a partire dalla teoria stessa, ma devono essere determinati attraverso una misura sperimentale. Un esempio è la costante di Newton, G, che entra nella legge della gravitazione universale per la forza di attrazione F tra due masse m1 e m2, poste a una distanza R: F=G m1 m2/R2. La teoria di Newton non fornisce alcuna indicazione sul valore di G, tanto che questo fu determinato per la prima volta solo nel 1798, e cioè 71 anni dopo la morte di Newton stesso, con le misure tramite bilance a torsione eseguite da Cavendish.
Il valore dei parametri fondamentali, all’interno di un dato schema teorico, è a priori del tutto ignoto. Per questo motivo, in accordo con tutti i dati sperimentali disponibili in un certo momento, si assume che questi parametri siano costanti nel tempo, e li si indica come costanti fondamentali. Alcuni di questi parametri possono variare con l’energia del processo in cui vengono misurati, un fenomeno ben noto che va sotto il nome di running delle costanti. Se una nuova misura fisica dovesse mettere in evidenza anche una dipendenza dal tempo di questi parametri, vorrebbe dire che c’è un nuovo meccanismo responsabile di questa variazione temporale, che rende inevitabile modificare lo schema teorico.
Il fisico teorico inglese Paul Dirac, uno dei padri della meccanica quantistica, fu tra i primi a proporre che alcune costanti fondamentali fossero in realtà variabili su scale dei tempi dell’ordine della vita dell’universo. Il suo punto di partenza fu l’osservazione che in Natura esistono alcuni numeri molto grandi, che difficilmente possono essere spiegati in modo naturale dalla teoria. Uno di questi è il rapporto fra la forza elettrostatica e quella gravitazionale che si esercitano tra un protone e un elettrone, che vale circa 1040 e dà la misura della “forza” dell'elettromagnetismo rispetto alla gravità. La proposta di Dirac fu di spiegare questo numero enorme ipotizzando che la forza elettrostatica e quella gravitazionale fossero inizialmente dello stesso ordine, e che il rapporto tra loro fosse cresciuto in modo proporzionale all’età dell’universo man mano che questo invecchiava. Concretamente, Dirac immaginò che la costante di Newton G variasse in modo inversamente proporzionale all’età dell’universo, rendendo la gravità sempre più debole col passare del tempo. Agli occhi di Dirac questa soluzione era attraente, poiché spostava il problema teorico dalla spiegazione di un numero enorme a quella di un numero di ordine uno (il rapporto iniziale tra le due forze) per cui può essere più plausibile immaginare una determinazione in termini di principi elementari.
Il modello standard della fisica delle particelle contiene, oltre alle tre costanti fondamentali, c (velocità della luce), G (costante di Newton) e ħ (costante di Planck), altri 26 parametri che vengono considerati costanti nel tempo, ma che potrebbero anche essere variabili in una teoria più estesa. Questi fissano l’intensità delle interazioni (GF, α, αs), le masse delle particelle, il mescolamento fra le diverse famiglie di quark e leptoni e la violazione della simmetria CP.
Biografia
Massimo Pietroni è ricercatore dell’Infn della sezione di Padova. In questi ultimi anni si è occupato principalmente del problema della materia e dell’energia oscura nell’universo e delle sue possibili spiegazioni nell’ambito della fisica delle particelle.
Link
http://physics.nist.gov/cuu/Constants/introduction.html
http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature13433.html
http://www.media.inaf.it/2014/06/18/una-misura-per-la-costante-gravitazionale/
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