[as] spazi
Oltre.
di Francesca Scianitti
È uno spazio da superare la mostra “Oltre”, curata dall’Infn assieme all’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e al Museo delle Scienze (Muse) di Trento, che la ospiterà dal prossimo novembre alla primavera 2015. Un invito a disegnare, immaginandolo, un universo che si estende soprattutto al di là dell’osservabile. Oltre i confini dello spazio e del tempo, oltre la materia, oltre tutto ciò che è accessibile ai nostri occhi o ai più sofisticati strumenti di indagine e di misura, oltre i sensi e la capacità di percepire e intuire. È però qualcosa alla portata della nostra immaginazione, come lo erano il moto della Terra per Copernico, le quattro dimensioni dello spazio e del tempo per Einstein, la massa delle particelle per Higgs. Al pari della scenografia piatta della volta stellata, così l’universo che oggi sappiamo descrivere è la proiezione di qualcosa di molto più grande e complesso, del quale stiamo imparando a decifrare i segnali.
“Così come la scienza partecipa in modo sempre più rilevante al divenire culturale della nostra comunità, proprio per via dell’immanenza che ha su tutte le espressioni sociali contemporanee – commenta Michele Lanzinger, direttore del Muse di Trento – anche i musei scientifici e le loro azioni possono e devono entrare a far parte dell’esperienza culturale dei visitatori, di qualunque età essi siano e qualunque sia la loro sensibilità specifica. Si tratta di far sì che le proposte dei musei, con grande coraggio, escano dal recinto della didattica e si spingano alla ricerca di un dialogo con tutte le espressioni sociali e culturali. La mostra ‘Oltre’ punta decisamente su questo obiettivo”.
Anche da un punto di vista architettonico, lo spazio della mostra è una sorta di balcone sospeso sull’ignoto, saldamente ancorato alle conoscenze acquisite della scienza: le pareti sono installazioni visive in movimento, capaci di modificarsi nell’interazione con chi le osserva, mentre pavimenti e soffitti sono impercettibili confini interrotti da rapide incursioni di un fuori poco conosciuto. Così, ad esempio, l’universo delle origini è una melassa da attraversare per acquistare massa, lo spaziotempo è una rete da plasmare con il proprio corpo e i corpi stessi possono interferire come onde d’acqua sulla superficie di uno stagno. Scandiscono il racconto alcune presenze virtuali: esperti di avventure oltre il limite, che guidano lo spettatore all’esplorazione dell’universo, e lo invitano a guardare fuori, là dove la conoscenza incontra un ostacolo e la scienza volge lo sguardo, gli strumenti e l’immaginazione.
Scarica il contributo del direttore del Muse, Michele Lanzinger
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