Analizzare senza distruggere
Fotoni al servizio dei beni culturali
di Francesca Rizzo
a.
Lo spettro elettromagnetico. A ciascuna lunghezza d'onda corrisponde un'applicazione nella vita quotidiana.
b.
Schematizzazione del processo di emissione di raggi X indotta da particelle cariche incidenti (protoni o particelle α), nel caso della tecnica Pixe, o da raggi X incidenti, nel caso della tecnica Xrf. A sinistra è visibile come uno degli elettroni interni che circondano il nucleo viene emesso e produce un "buco" nell'orbitale. A destra, un elettrone di un orbitale esterno va a riempire il buco prodotto e viene emesso uno o più raggi X di fluorescenza (freccia verde), la cui energia è tipica dell'elemento chimico in esame.
c.
Analisi dei pigmenti blu presenti
nella ceramica della "Madonna che
adora il Bambino" (Luca Della
Robbia, 1470, Museo del Bargello,
Firenze) tramite gli spettrometri
Pixe-α e Xrf.
Questa informazione può quindi essere usata per datare opere, di cui è ignoto il periodo di esecuzione. Nel 2007 le due tecniche Pixe-α e Xrf sono state raggruppate in un unico strumento di nome Xpixe, sempre ideato e realizzato dai ricercatori del Landis. Lo strumento Xpixe permette una misura simultanea di elementi leggeri e pesanti su campioni estesi e omogenei, come vetri, ossidiane ecc. Infine, va citata un'ultima tecnica, che utilizza i fotoni per analizzare reperti archeologici e artistici, la Xrd (X Ray Diffraction). Tale tecnica si basa sulla diffrazione di raggi X da parte degli atomi disposti regolarmente lungo i piani reticolari della sostanza cristallina in esame (affresco, smalto ecc.). L'osservazione dell'interferenza costruttiva dei raggi X diffusi a un certo angolo di osservazione (laddove è posto il rivelatore) permette di determinare la composizione mineralogica del campione. Se, ad esempio, la Pixe-α è in grado di dire quali elementi chimici compongono un affresco (alluminio, silicio, calcio, ferro, zolfo, mercurio), la Xrd stabilisce in che composizione mineralogica sono combinati (ematite, argilla, cinabro, calcite ecc.). Un'applicazione della strumentazione Xrd, anch'essa portatile (pesa ca. 30 kg), può essere vista in fig. d durante l'analisi dei pigmenti utilizzati per le pitture rupestri di epoca preistorica presso il Rifugio Cassataro (Centuripe, provincia di Enna). Le misure hanno consentito di determinare l'utilizzo di ocra per la realizzazione del pigmento. Attualmente sono in corso analisi sui materiali presenti nei suoli residuali limitrofi al Rifugio, per sapere se l'ocra ha un'origine locale e stabilire quindi, di contro, se fin dalla preistoria esistevano importanti flussi di migrazione. Grazie a conoscenze sempre più approfondite delle proprietà dei fotoni è dunque possibile conoscere meglio il nostro patrimonio artistico e culturale e preservarlo così per lungo tempo.
Il Rifugio Cassataro a Centuripe, in provincia di Enna, dove pitture rupestri di epoca preistorica (che si intravedono dietro allo strumento) sono state analizzate in situ mediante la strumentazione Xrd. L'analisi ha evidenziato l'utilizzo di ocra per la realizzazione del pigmento.
Raggi X per la salute
1.
Nella 1ª immagine è mostrato il risultato di una Tac eseguita su un'articolazione di un dettaglio di una zampa di pollo. L'immagine tomografica permette di visualizzare anche volumi posti all'interno dell'osso, come ad es. il particolare mostrato nella 2ª immagine, composto da una rete di trabecole ossee il cui spessore medio è compreso tra 50 e 100 micrometri.
Se giocando a calcio malauguratamente ci si fa male a un piede, il medico in genere prescrive una radiografia. Alla base di questa e di molte altre tecniche diagnostiche ci sono i fotoni della lunghezza d'onda dei raggi X. L'apparato che viene utilizzato nelle radiografie, infatti, si basa su una sorgente di raggi X, un cosiddetto tubo radiogeno, contrapposto a un rivelatore di radiazione. Il paziente viene posizionato tra questi due strumenti. L'immagine radiografica si forma a causa delle diverse attenuazioni che i raggi X subiscono nell'attraversare il corpo del paziente in esame e permette di ottenere dettagliate informazioni morfologiche, ovvero sulla forma e la struttura interna. Le diverse capacità di assorbimento delle strutture interne dipendono dall'energia dei raggi X incidenti e dalla composizione chimica delle strutture stesse: in generale, per esempio, un osso attenua maggiormente rispetto a un tessuto muscolare. Conoscendo le proprietà di attenuazione dei tessuti di cui siamo interessati ad avere informazioni, si può ottimizzare l'energia dei raggi X: per esempio, negli esami radiografici si usano energie più basse per avere un'immagine dei tessuti molli (muscolo, ghiandole, tessuto adiposo) e più alte per i tessuti ossei. La ricerca dell'energia ottimale per una data analisi ha portato all'utilizzo di sorgenti di luce di sincrotrone, in grado di fornire raggi X di una sola energia: questi fasci monocromatici permettono di ottenere immagini più nitide e di limitare la dose di radiazione somministrata durante l'analisi. Attualmente i ricercatori stanno lavorando allo sviluppo e l'ottimizzazione di nuove sorgenti monocromatiche compatte in progetti dell'Infn come Sparc e Beats (vd. Elettroni brillanti ndr). Anche nel caso del rivelatore di raggi X si sono avuti notevoli progressi: si è passati dalla lastra fotografica, che viene utilizzata ancora oggi, a rivelatori in grado di fornire immagini digitali. La possibilità di avere l'immagine in forma digitale permette l'utilizzo di algoritmi per la rivelazione automatica di dettagli di interesse clinico: questi sistemi chiamati Cad (Computer Aided Detection) affiancano i radiologi, ad esempio, nella lettura delle mammografie (la radiografia del seno delle donne) per la ricerca di lesioni e microcalcificazioni. Il limite della radiografia sta nel fatto che l'immagine che si ottiene è una proiezione bidimensionale della reale struttura tridimensionale e che quindi l'attenuazione è la somma delle attenuazioni di tutti i tessuti attraversati, con la possibilità di avere delle informazioni incomplete, dovute a mascheramenti prodotti da tessuti più assorbenti. Per visualizzare la reale struttura tridimensionale bisogna ricorrere a un'altra tecnica diagnostica, la Tomografia Assiale Computerizzata (Tac). In questa tecnica il tubo radiogeno e il rivelatore ruotano attorno al corpo del paziente, acquisendo successive proiezioni bidimensionali, che verranno poi elaborate da un computer attraverso opportuni algoritmi di ricostruzione. Le immagini tridimensionali così ottenute permettono un'analisi più dettagliata delle strutture sotto esame (vd. fig. 1). Anche in questo caso sono stati sviluppati dei Cad, come quelli che vengono applicati in vari esperimenti dell'Infn per la ricerca precoce di lesioni tumorali negli studi di screening di un tumore polmonare o cerebrale.
Biografia
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