[as] tecnologia e ricerca
Intervista a Guido Roveta, presidente e amministratore delegato di Criotec.

di Antonella Varaschin

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Guido Roveta in occasione del ritiro del "Gold Award" al Cern. Criotec è una delle 5 aziende italiane che ha ricevuto questo riconoscimento internazionale.

[as]: La Criotec è una piccola impresa che lavora a grandi progetti, in Italia e all’estero, sviluppando tecnologie d’avanguardia...

 

[Guido Roveta]: Siamo nati 18 anni fa. Ora siamo una trentina, all’inizio eravamo in sei, è stata durissima. Ho iniziato questo nuovo cammino a 44 anni, quando pensavo di aver raggiunto l’apice della mia esperienza. Per carattere mi faccio trascinare da nuovi obiettivi e da nuove scommesse così, pur lavorando in una piccola realtà, sono cresciuto professionalmente in modo notevole, grazie anche al contributo dei clienti con cui abbiamo avuto che fare, che sono soprattutto enti di ricerca, ma anche grandi aziende impegnate nel campo dei gas dell’aria, che hanno diverse applicazioni tecnologiche e industriali.

[as]: Quindi molte commesse della Criotec arrivano da enti di ricerca. La ricerca di base può spingere le imprese verso nuove sfide tecnologiche?

 

[Guido Roveta]: Sì, sono fermamente convinto di questo: nel nostro lavoro usufruiamo delle esperienze dei centri di ricerca. In Italia collaboriamo con l’Infn, con l’Enea e alcuni politecnici; all’estero con il Cern dove lavoriamo al progetto di Lhc. Ma abbiamo anche collaborazioni con enti di ricerca in Germania e in Francia, per esempio. Questo ci stimola verso traguardi sempre più avanzati perché nello sviluppo della maggior parte dei progetti dobbiamo confrontarci con nuove esigenze. Durante lo sviluppo di un progetto, tecnici e ingegneri della Criotec lavorano in collaborazione con tecnici e ricercatori degli enti di ricerca. Partiamo da una specifica di base che descrive il prodotto finale e noi lo realizziamo unendo la nostra esperienza alle conoscenze di chi ci commissiona il progetto, lavoriamo in sinergia col nostro interlocutore che è sempre molto disponibile a dare il massimo apporto affinché il progetto cresca al meglio.

[as]: Che progetti avete sviluppato con l’Infn?

 

[Guido Roveta]: Abbiamo iniziato con una piccola commissione per Laboratori Nazionali di Frascati, poi abbiamo lavorato con la sezione di Padova: è stato il primo progetto importante, grazie al quale abbiamo raccolto una buona esperienza su dispositivi per purificare l’argon, che poi abbiamo impiegato in un progetto con l’università di Granada, in Spagna e con l’Infn di Napoli. Queste competenze saranno anche spese nel progetto Warp dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso: per Warp abbiamo già realizzato il criostato per argon liquido (30.000 litri) e ora stiamo costruendo una parte dell’impianto di purificazione.

[as]: Si parla spesso di investire in ricerca e sviluppo, ma tra il dire e il fare...

 

[Guido Roveta]: In Italia, ma anche in Europa, dobbiamo puntare molto sulla ricerca se vogliamo sopravvivere in futuro. Mi pare che ora si stia un po’ cambiando tendenza rispetto al passato, anche se c’è da dire che in passato spesso i soldi sono stati spesi male: capitava che nelle grosse aziende certi progetti venissero condotti più per motivi di immagine che altro. È chiaro che tutti dovrebbero investire in ricerca, però è ovvio che le piccole aziende abbiano più difficoltà. Noi, per esempio, solo ora, dopo 18 anni che stiamo sul mercato, possiamo contare su uno zoccolo duro che ci consente di farlo. Ovviamente puntiamo di più sul progetto: abbiamo un ordine e dobbiamo far ricerca per raggiungere l’obiettivo. Più difficile è far ricerca per il piacere di inventare qualcosa di nuovo, senza che ci sia stato commissionato, ma iniziamo a farlo perché crediamo che il mercato potrebbe aver bisogno anche di questo. Sebbene ora ci siano delle agevolazioni, a proprio carico rimane una buona percentuale dei costi, e un’azienda non può permettersi di non rientrare nel budget: a fine anno, il bilancio deve quadrare, questo vale soprattutto per chi è piccolo come noi.

[as]: Che cosa può fare un governo per favorire il sostegno alla ricerca di base?

 

[Guido Roveta]: Lo stato in futuro dovrà farsi carico sempre di più di questo compito, se l’Italia vorrà stare al passo con gli altri Paesi o, comunque, essere competitiva. Bisogna spingere sulla ricerca. Ormai ci sono Paesi emergenti dove il costo del lavoro è ridicolo rispetto al nostro, se non teniamo loro testa ci sommergeranno inevitabilmente. Lo stato dovrebbe credere un po’ di più nel valore delle aziende italiane, anche perché fare impresa al giorno d’oggi non è per nulla facile. a. Allestimento dell’apparato criogenico dell’esperimento Cms di Lhc, al Cern di Ginevra. Alcune delle componenti sono state prodotte dalla Criotec.b. Guido Roveta in occasione del ritiro del “Gold Award” al Cern. Criotec è una delle 5 aziende italiane che ha ricevuto questo riconoscimento internazionale. Dal punto di vista psicologico, c’è sempre l’idea che l’impresa non sia altro che un’associazione a scopo di lucro, con tutta la connotazione negativa che il termine lucro si porta dietro. Bisogna crederci e l’aiuto da parte dello Stato è ancora poco, non parlo solo dell’aiuto tangibile ma anche dell’aiuto morale: lo Stato dovrebbe sostenere l’idea che l’impresa svolge una funzione importante per la società. Bisogna cambiare mentalità.

[as]: Progetti futuri?

 

[Guido Roveta]: Cerco di guardare al mio orticello: il mio obiettivo è perseguire la stabilità dell’azienda grazie al livello qualitativo. La qualità del prodotto produce riscontri notevoli da parte dei clienti e quindi porta solidità all’azienda. Io spingo particolarmente sulla crescita della tecnologia interna, non sull’aumentare i numeri: il fatturato e il numero dei dipendenti ritengo siano una conseguenza della stabilità. Insomma, non mi interessa crescere nei numeri ma nella qualità.

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Allestimento dell'apparato criogenico dell'esperimento Cms di Lhc, al Cern di Ginevra. Alcune delle componenti sono state prodotte dalla Criotec.

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