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Incontri ravvicinati.
di Francesco Scerbo
insegnante del Liceo Scientifico “Luigi Siciliani” di Catanzaro
Il mio primo “incontro” con gli Incontri di Fisica risale al 2006. Nel giugno di quell’anno tra le numerose circolari in sala docenti notai una comunicazione inviata dal Ministero relativa a un corso di aggiornamento organizzato dai Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn (Lnf). Spinto dalla curiosità cercai il programma sul sito dei Lnf: di fronte all’occasione unica di poter seguire le relazioni di due “mostri sacri” quali Nicola Cabibbo e Luca Cavalli Sforza, decisi di iscrivermi. Quell’ottobre partecipai alla mia prima edizione degli Incontri di Fisica, con grande soddisfazione perché, oltre ai due interventi citati, le tre giornate di attività presso l’aula Touschek si rivelarono dense di presentazioni dedicate alle attività di ricerca dei Laboratori e alla fisica, alla tecnologia, alle problematiche ambientali, all’analisi degli aspetti sociali e culturali della scienza. La presentazione delle attività Lnf e la visita ai Laboratori, incluso l’acceleratore Dafne, furono una sorta di anticipazione dei successivi sviluppi delle mie attività presso e con i Lnf. Da quell’anno la mia partecipazione agli Incontri è diventata un must e il viaggio annuale a Frascati un appuntamento fisso. In queste 12 edizioni ho avuto modo non solo di ampliare e approfondire le mie conoscenze in diversi settori della fisica di base e applicata, della tecnologia, delle scienze in generale, e acquisire nuove competenze in campo laboratoriale, ma ho anche potuto osservare l’evoluzione che le stesse attività degli Incontri hanno subito nel tempo. Infatti, già dal 2007, gli Incontri si sono arricchiti, durante la loro seconda giornata, dell’introduzione dei “gruppi di lavoro”, dedicati ad attività sperimentali da svolgere nei diversi laboratori sotto la guida dei ricercatori e tecnici Infn. Sarebbe troppo lungo fare un elenco delle relazioni che ho apprezzato e degli esperimenti che ho svolto in questi anni, ci sono stati però relatori e attività che hanno lasciato un segno particolare: dalla coinvolgente relazione in cui John Ellis ha scomodato Gauguin per illustrare i progressi di Lhc, alla appassionata e lucida ricostruzione che Miriam Mafai ha tracciato della vicenda scientifica, umana e politica di Pontecorvo, alla lezione sulla fisica delle particelle elementari (con tanto di formalismo matriciale) del prof. Guido Altarelli, fino alle esperienze sugli “atomi esotici”, le risonanze nel laboratorio Nautilus, la rivelazione dei muoni con gli scintillatori, gli esperimenti didattici di fisica quantistica, le nanotecnologie del laboratorio Next, la misura della vita media del mesone D con i dati di Lhcb. Insomma da quel lontano 4 ottobre del 2006, ogni anno ho vissuto tre giornate di interessante formazione scientifica con un occhio sempre attento agli aspetti didattici, accompagnato da ricercatori e tecnici capaci di coniugare preparazione e serietà nel lavoro a una dose di disponibilità, umanità e cordialità di rapporti personali difficilmente riscontrabile altrove.
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