[as] con altri occhi
Un uomo curioso.
di Luca “Militant A” Mascini
voce del gruppo rap Assalti Frontali
Il sabato a Roma molte scuole sono chiuse e così anche la “Alberto Manzi” dello storico quartiere Pigneto. Ma un sabato di gennaio del 2016 il cancello era aperto per “Pezzettini - La festa della lettura”, incontro con scrittori, musicisti e scienziati, a cui anch’io ero stato invitato. Arrivo spensierato con l’intenzione di cantare la canzone rap “Il lago che combatte” e parlare della storia del lago della Snia, unico lago naturale di Roma nato in modo incredibile proprio a poche centinaia di metri da dove eravamo. Che poi anche il nome della scuola mi spingeva a immaginare una lezione “alternativa” in onore del grande maestro di scuola elementare Alberto Manzi, considerato oggi “il maestro d’Italia”, ma che a suo tempo per le sue idee aperte su una scuola diversa, sui voti e le pagelle (che non dava perché, diceva, “non aiutano a crescere in intelligenza, amicizia e solidarietà”), fu isolato e sospeso dall’insegnamento e dalla paga. Immaginavo di iniziare così: “Studiate laghi e mari, ma sapete che a due passi da qui c’è un muro e dietro quel muro un passaggio che porta a un lago, un vero lago incantato dove l’acqua è di tutti e sulla riva c’è una specie di castello… che sono i resti di un grande centro commerciale costruito abusivamente i cui lavori hanno fatto emergere l’acqua ‘bullicante’ che da sempre scorre in questa zona”. Tra gli altri invitati a parlare c’era anche una scienziata: Barbara Sciascia, dei Laboratori di Frascati dell’Infn, che doveva intervenire prima di me. Mi appoggio al muro e penso “tra poco ci siamo”, immaginando che avrebbe stordito la platea e sarebbe toccato a me risvegliare l’ambiente. Ma quando Barbara inizia, mi accorgo che quelle cose che a scuola ricordavo respingenti, sono entusiasmanti: mi coinvolgo a sentir parlare di galassie, di stelle che crescono, esplodono e diventano buchi neri, e che noi siamo fatti della stessa materia delle stelle. E che Leonardo Da Vinci studiò la struttura dell’occhio raccogliendo cadaveri in modo illegale. E che malattie prima incurabili oggi le vinciamo grazie allo studio delle stelle e anche ai disegni di Leonardo. Più ascoltavo più mi veniva voglia di fare un rap subito, un rap sulla scienza, sugli scienziati…
Il mio nome è Leonardo e non sono un bugiardo ho contato le galassie sono più di un miliardo nella notte io guardo le stelle i buchi neri, i misteri, e non sto nella pelle vedo cose sconosciute e il mio occhio gode la stella che cresce, cresce troppo e poi esplode è il destino di tutte e ogni notte ci penso noi siamo così uguali a tutto il grande universo stamattina giù al fiume che bagna la campagna dove scorre la vita, solitaria e taccagna ho visto un uomo per terra povero contadino era un mio caro amico bevevo il suo vino ho detto ai miei ragazzi organizziamo il trasporto mi parlava da vivo mi parlerà più da morto portate a casa e zitti che la legge non vuole e vedremo che vuol dire essere belli come il sole cosa, cosa, cosa vedono i miei occhi…
Pian piano, Barbara mi trascinava dentro i segreti della scienza in modo diverso dal solito, come avrebbe fatto Alberto Manzi e tutti quelli che pensano a una scuola bella, attrattiva, intelligente, partendo dall’idea che il Sapere con la S maiuscola non è qualcosa che si tramanda come un dogma chiuso con lezioni frontali, da sapientoni con la verità in tasca, ma si crea insieme ogni giorno, stimolando l’immaginazione, anche a costo di pagare in prima persona. Così quando è il mio momento di intervenire rilancio: “Il poeta e lo scienziato in fondo sono simili: si nutrono di intuizioni, di emozioni, di entusiasmo e oggi voglio cantarvi di scienza e di donne e uomini curiosi”:
… a casa ho acceso un fuoco e raccolto i miei in giardino ho messo su un po’ d’acqua e dentro l’occhio del mio contadino ho avuto un colpo di genio: fare l’occhio sodo ora aspetto che bolle, controllo il mio brodo non c’era altro modo per farlo a fettine guardare dentro i tessuti, gli atomi e le proteine la mia lacrima scende e non è per il vento ora vi servo il sapere su un piatto d’argento sono un uomo di scienza a volte vado a vuoto faccio tentativi, mi muovo nell’ignoto quello che vedo lo disegno, lo annoto oggi ho visto nell’occhio: carbonio ossigeno e azoto le particelle, proprio quelle, che le stelle spargono in cielo quando esplodono come zucchero a velo adesso ho capito: finirò in una cella siamo polvere davvero, polvere di una stella.
Il rap scorreva bene e in mezzo a questa lezione un po’ poetica e un po’ scientifica, tanti alzavano la mano, facevano domande. Qualcuno chiedeva: “Bella questa canzone, ma è vero che veniamo tutti da una pepita?”. Io rispondevo: “Bella questa domanda, ma rivolgila a Barbara…”. E mentre pensavo che il maestro Manzi sarebbe stato contento di noi, finivo così il mio rap:
Sappiamo tutto… macché, il buio è profondo ma ogni luce che si accende è un passo avanti nel mondo sappiamo il 5% di quello che succede accendi la tua lampada e qualcosa si vede sappiamo che il primo granello di vita è nato sotto le onde del mare e il mare da una pepita stava tutto lì dentro, unito e compresso le galassie, i pianeti, l’intero universo e questa è la storia di un lungo pezzo di scienza ognuno spinge in là i confini della conoscenza un pensiero va anche a quel contadino se oggi un team guarisce gli occhi di un bambino Alex aveva un tumore una cosa seria l’ha salvato lo studio dell’antimateria la spiegazione ce l’ha data la via del protone auguri Alex tu sei bello come il sole.
Il gruppo rap Assalti Frontali. La canzone nata a seguito dell’incontro con la ricercatrice dell’Infn nella scuola del Pigneto si chiama “Un uomo curioso” e si trova nell’album “Mille gruppi avanzano”.
{jcomments on}