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Editoriale
Cari lettori di Asimmetrie,
la lentezza, che a molti di noi piace, perché rende la vita più gradevole, non è però uno dei pilastri della scienza. Alla fine degli anni ’80, al Cern di Ginevra centinaia di persone lavoravano su un grande progetto e lo scambio di informazioni avveniva per posta interna, una bella busta marrone che conteneva il documento da visionare e che veniva consegnata puntualmente due volte al giorno. Allo stesso tempo, tutti i ricercatori sapevano scrivere un documento su un computer, ma nessun altro sarebbe mai stato capace di trovarlo e leggerlo, pur disponendo di internet. Un ricercatore inventò l’Url (e qualcosa di più) e da quel giorno un diluvio esponenziale di informazioni iniziò a seppellire l’umanità. Oltre a una serie di nuove rubriche e a una nuova faccia del sito web (www.asimmetrie.it), che vi invitiamo ad andare a guardare, in questo numero di Asimmetrie trovate un po’ di storia, un po’ di informazione, un po’ di prospettiva, insomma il tentativo di riassumere l’evoluzione di una idea, quella della rete, che ha trasformato il mondo in cui viviamo in modo sostanziale e che promette di continuare a farlo. Non per nulla parlare di digital divide, ovvero del divario tra chi ha accesso ai computer e alla rete digitale e chi ne è escluso, ormai evoca lo spettro del Medioevo.
Fernando Ferroni |
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