[as] traiettorie
Studiare dinamiche della comunicazione.

di Antonella Varaschi

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Giovanna Miritello, ricercatrice dell’Università Carlos III di Madrid e Telefonica Research Madrid.

 

 

“Quando inizi l’università spesso non hai ben chiaro che cosa vuoi fare. Io mi sono iscritta a fisica perché ho scelto quello che mi divertiva: la fisica è quel campo in cui si cercano le risposte alle curiosità di tutti”, esordisce così Giovanna Miritello, quando le chiedo il perché della sua scelta universitaria. Giovanna si è laureata in fisica all’Università di Catania e ora lavora con una borsa di dottorato all’Università Carlos III di Madrid, a un progetto di ricerca in collaborazione con la società Telefónica, la prima compagnia di telecomunicazioni della Spagna. Nata e cresciuta a Catania, dopo la laurea Giovanna aveva voglia di cambiare argomento di studio e trascorrere qualche anno fuori dall’Italia. Così, dopo gli studi in fisica teorica, tra termodinamica e meccanica statistica, ha deciso di dedicarsi ai sistemi complessi, che trovava interessanti perché erano una branca della fisica in crescita, che lasciava intravedere possibilità di ricerca e sviluppo in vari settori, sociale, economico, biologico, urbanistico. “Dopo la laurea ho cercato un gruppo che si occupasse di reti e complessità – racconta la ricercatrice – e qui a Madrid ne ho trovato uno che lavorava a progetti stimolanti. C’era una borsa di studio disponibile solo per i primi sei mesi – prosegue – ma mi sono trasferita comunque e una volta arrivata ho cercato dei finanziamenti, finché ho vinto una borsa di dottorato per sviluppare un progetto di collaborazione tra l’Università e Telefónica, che da quasi 30 anni ha un dipartimento che si occupa di ricerca”. Giovanna ora lavora sulle reti sociali. “Nel nostro studio abbiamo analizzato le tracce di nove miliardi di telefonate durante un anno – spiega – allo scopo di indagare le dinamiche della comunicazione tra persone e che effetti hanno sulla diffusione di informazioni. Fino a qualche anno fa gli studi sulle reti sociali riguardavano la struttura delle connessioni (con chi ci relazioniamo), oggi invece si iniziano a indagare anche gli aspetti dinamici di una rete: siamo interessati a capire quando e come avvengono le relazioni tra persone. Capire questo tipo di dinamica è molto importante per comprendere processi come la propagazione di idee o di opinioni sociali e politiche o la diffusione di informazioni commerciali a scopo di marketing. Oggigiorno – prosegue –questo è possibile perché abbiamo a disposizione una enorme quantità di dati che un tempo ci sognavamo: prima queste ricerche venivano condotte basandosi sulle interviste agli utenti, ma ciò implicava una bassa statistica e il rischio di incorrere in condizionamenti dovuti, per esempio, ai criteri di selezione del campione. L’avvento della comunicazione elettronica ha consentito di disporre di una grandissima quantità di dati digitali che offrono un’opportunità senza precedenti: studiare le interazioni umane a grandissima scala. Il nostro obiettivo infatti è arrivare a un risultato universale. I dati sono codificati e ovviamente è impossibile risalire all’identità delle persone o al contenuto della telefonata. Quello che ci interessa non è chi fa le telefonate, ma come vengono effettuate a livello globale. Ciò che sta emergendo da questo nostro lavoro – conclude Giovanna – è che la comunicazione procede a ondate, nel senso che le comunicazioni presentano un forte carattere di discontinuità e la diffusione di un’informazione è connessa al livello di attività di una persona”.

 

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Giovanna Miritello e i colleghi di Telefónica nel loro studio hanno analizzato le tracce di nove miliardi di telefonate durante un anno, allo scopo di indagare le dinamiche della comunicazione tra persone e che effetti hanno sulla diffusione di informazioni.

È anche interessante osservare come la comunicazione sia cambiata con l’avvento delle nuove tecnologie. “In particolare – spiega Giovanna – un forte impatto lo hanno avuto internet e gli smartphone. È meglio comunicare via internet: una mail o un post su un social network sono più veloci ed economici di un sms. Questi nuovi canali di comunicazione hanno cambiato il modo in cui ci si relaziona tra conoscenti, ma hanno anche facilitato la comunicazione tra persone che, pur non conoscendosi personalmente, condividono gli stessi interessi, le stesse esigenze o la stessa professione. Virtualmente, quindi, ci relazioniamo con molta più gente di quella che realmente appartiene alla nostra cerchia di amici: posso avere moltissimi contatti su Facebook ma poi telefono solamente a una ristretta parte di persone”. A proposito di internet e nuovi media, racconta la ricercatrice: “Ho saputo da poco che andrò un mese e mezzo a Palo Alto, in California, per seguire un corso intensivo per data scientists. Si tratta di un programma per formare una figura professionale emergente, il ‘ricercatore analista’. Il corso è finanziato dalle principali società delle nuove tecnologie e nuovi media, da Facebook a Google a LinkedIn, che proprio a Palo Alto hanno le loro sedi principali, e gli insegnanti che terranno le lezioni saranno persone che vi lavorano”.

Programmi per il dopo dottorato? “Spero che tra qualche mese saprò cosa fare, non lo so ancora. Qui a Madrid sto bene, peccato solo che non ci sia il mare!”.



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