[as] traiettorie
Point 8.

di Catia Peduto

Kevin Dungs
Kevin Dungs ha studiato fisica all’Università tecnica di Dortmund e durante la tesi inizia a lavorare all’esperimento Lhcb del Cern. Oltre al lavoro di ricerca, collabora alla creazione dello “starterkit”, un progetto per introdurre i giovani fisici dell’esperimento all’uso ottimale del software di Lhcb. Per questo ha ricevuto il premio di Lhcb Early Career scientist award. Nel 2016 è andato a lavorare per Google a Zurigo e dall’inizio del 2018 è tra i soci di Point 8, una startup tedesca che offre servizi di data science e così chiamata in onore del punto di accesso al tunnel Lhc dove si trova l’esperimento Lhcb.

[as]: Kevin, com’è stata la tua esperienza al Cern?

[Kevin]: Il mio primo contatto con l’esperimento Lhcb è stato nel 2013 grazie alla tesi di laurea triennale in fisica sul flavour tagging (algoritmi per l’identificazione dei quark). Quell’estate, sono stato anche abbastanza fortunato da essere scelto come summer student per il gruppo Hlt (High Level Trigger) dell’esperimento Lhcb, che si occupa dell’analisi dati in tempo reale e con cui ho collaborato fino al 2016, anno in cui ho lasciato il laboratorio.
Al Cern ho avuto la possibilità di imparare molto. Innanzitutto per quanto riguarda la fisica. Poi, interagendo costantemente con persone di tutto il mondo, ho imparato di più sulle loro culture, attitudini, abitudini, ecc. Inoltre, le persone non sono interessate solo alla fisica: quasi tutti hanno un hobby che praticano con la stessa passione che mettono nel proprio lavoro quotidiano. Il gruppo Hlt di Lhcb è stato particolarmente adatto a me. Lì, la programmazione era immensamente importante. Quindi, da una parte sono riuscito a mettere a frutto le mie particolari capacità di programmazione e data analysis. E dall’altra ho avuto la possibilità di lavorare con veri esperti del settore, dai quali ho imparato moltissimo.

[as]: Nel 2016 hai lasciato il Cern per lavorare per Google. Perché? Che cosa hai fatto in Google?

[K]: Come ho già accennato, la programmazione è stato un aspetto molto importante del mio percorso al Cern. Con il tempo mi sono reso conto che non mi importava tanto della fisica, quanto delle persone intorno a me. Poi, ovviamente, lavorare per Google era il sogno della mia vita! In Google ho lavorato come software engineer. Prima di andare lì, pensavo di essere un programmatore piuttosto bravo. Ma in Google ho imparato la differenza tra programmazione e ingegneria del software: una distinzione che tipicamente non viene fatta nel mondo della fisica. Ancora una volta, come al Cern, lavoravo in un fantastico ambiente internazionale, circondato da persone estremamente brillanti e motivate. È stato un lavoro molto divertente, molto impegnativo che non mi sarei mai aspettato di lasciare... eppure è successo!

[as]: Incredibile! E cosa ti ha spinto a lasciare il lavoro dei tuoi sogni a Google?

[K]: Già nel 2013, con alcuni amici a Dortmund avevamo avuto l’idea di fondare un’azienda per supportare la trasformazione digitale e i progetti di automazione dell’industria (la cosiddetta industria 4.0). Ma nel momento in cui dovevamo davvero fondare la società, è arrivata l’offerta per la posizione di dottorato al Cern. Quindi, a causa dei rischi che comportava, gli altri mi suggerirono di fare il mio dottorato e di unirmi a loro solo più tardi, se la compagnia fosse stata ancora in piedi. Hanno fatto un ottimo lavoro e alla fine del 2017 la società stava andando bene e loro volevano crescere. Per questo, ho fatto il mio ingresso in azienda. Fare questo passo è stata probabilmente la decisione più dura della mia vita. Alla fine, la cosa che mi ha convinto maggiormente è stata che avrei potuto lavorare con i miei più cari amici. Basandoci sulla nostra esperienza nel lavorare con enormi quantità di dati, in Point 8 offriamo la data science come servizio alle piccole e medie imprese dell’industria manifatturiera e industriale tedesca. Quando dico “come servizio”, non intendo “nel Cloud”, intendo un servizio come quello di un sarto che fa vestiti su misura: lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti per capire i loro bisogni, il loro modo di lavorare e le loro macchine, per riuscire ad aiutarli a ricavare un valore reale dai loro dati. Nella nostra azienda, formata da 15 persone, la maggior parte dei nostri dipendenti sono fisici delle particelle o hanno un background scientifico simile. Quello che facciamo, quindi, è applicare le abilità di data science e gli strumenti di machine learning acquisiti al Cern alla nostra attività quotidiana con l’industria tedesca.

 
 L’accesso esterno al Point 8 b.
L’accesso esterno al Point 8 del tunnel di Lhc, dove è situato l’esperimento Lhcb, il cui schema è disegnato a grandezza naturale intorno alle sbarre di ingresso.

 
 

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