È partito oggi da Cagliari l'ultimo viaggio di 30 lingotti di piombo dell'antica Roma verso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (Lngs) dell'Infn. Dopo duemila anni trascorsi in fondo al mare, nella stiva di una nave romana affondata al largo della Sardegna, la loro nuova casa sarà la pancia di una montagna, il massiccio del Gran Sasso. Questo piombo - spiega Ettore Fiorini, fisico dell'Università di Milano Bicocca e ideatore dell'esperimento Cuore - è un materiale preziosissimo, con un importante valore scientifico, oltre che archeologico, per la schermatura degli apparati per la ricerca di eventi rari. Si tratta, infatti, di un materiale che deve'essere totalmente privo di contaminazione radioattiva. Il piombo moderno - spiega Fiorini - contiene, infatti, una debole contaminazione radioattiva dovuta al suo isotopo 210, che si dimezza in circa ventidue anni. Cuore è un esperimento ideato per studiare le proprietà dei neutrini e, in particolare, un fenomeno estremamente raro, chiamato doppio decadimento beta senza emissione di neutrini mai stato osservato finora. L’operazione è il frutto di un accordo tra l'Infn, che ha finanziato i lavori di scavo del relitto e il recupero del suo carico, e la Soprintendenza Archeologia della Sardegna, con il parere favorevole del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact). L’accordo prevede la possibilità di utilizzare i 30 lingotti, dal peso complessivo di quasi una tonnellata, preservandone ogni caratteristica di carattere archeologico, per ricerche di archeometria, come suggerito dall'Unesco. [Eleonora Cossi]