C'è fibrillazione nel mondo della fisica delle particelle per un bump, un piccolo picco a 750 GeV di massa, che corrisponde a un eccesso di coppie di fotoni energetici, presentato pubblicamente per la prima volta al Cern di Ginevra a dicembre 2015. I dati del primo run, scrutinati in maniera più approfondita nel corso di questi ultimi mesi, sono stati presentati dalle collaborazioni Atlas e Cms alla 51° conferenza dei Rencontres de Moriond, dedicata alle Electroweak Interactions and Unified Theories, in corso di svolgimento a La Thuile dal 12 al 19 marzo 2016. Hanno una statistica leggermente maggiore rispetto agli stessi dati dell'inverno, ma l’eccesso di eventi nel picco non ha ancora raggiunto i cosiddetti 5 sigma di significanza. Una soglia limite, a partire dalla quale si può escludere che il picco è dovuto a fluttuazioni statistiche casuali ed è invece possibile parlare di osservazione, in questo caso di un'eventuale nuova particella. In assenza di nuovi dati e della giusta significatività statistica, i fisici del Cern per il momento non si sbilanciano, e rimandano alla nuova presa dati di Lhc, che inizierà nelle prossime settimane.Ma se il mondo dei fisici delle particelle è ancora piuttosto prudente, non altrettanto accade tra i media specializzati. All'inizio di marzo il servizio di copertina della rivista di divulgazione scientifica New Scientist titolava: "Più grande del bosone di Higgs, più grande perfino delle onde gravitazionali", in riferimento alla notizia di questo possibile picco, osservato indipendentemente sia da Atlas che da Cms, relativo a una particella che avrebbe una massa circa cinque volte superiore a quella del bosone di Higgs scoperto nel luglio 2012. Secondo il servizio della rivista britannica, se questo picco dovesse essere confermato, potrebbe "aprire una porta su un mondo sconosciuto e inesplorato". Nell'articolo di New Scientist si legge, inoltre: "Dimenticate le onde gravitazionali, il 2016 potrebbe essere ricordato come l'anno in cui è stata svelata una nuova immagine della natura a livello fondamentale".
Sulla stessa lunghezza d'onda la rivista Nature, che in un editoriale scrive: "Se una nuova particella esistesse, le implicazioni sarebbero enormi. Proprio perché così inattesa - sottolinea Nature - potrebbe rappresentare la più importante scoperta in fisica delle particelle dai tempi dei quark, i costituenti elementari di protoni e neutroni". Non resta, quindi, che attendere la ripartenza di Lhc, prevista per aprile 2016 dopo la consueta pausa invernale, e l’analisi dei nuovi dati che saranno raccolti e presentati alle conferenze estive. [Davide Patitucci]