È stato inaugurato oggi, 20 febbraio, allo European Gravitational Observatory (Ego), Advanced Virgo, l’interferometro gravitazionale di seconda generazione, di cui l’Italia con l’Infn è tra i fondatori. Advanced Virgo ha ultimato la fase di costruzione ed è entrato nella fase di tuning-up, in cui sta calibrando e mettendo a punto tutti i suoi strumenti. Nei prossimi mesi sarà pronto a unirsi ai due interferometri statunitensi Ligo: comincerà il primo ciclo di presa dati per fare fisica nel nuovo campo dell’astronomia gravitazionale, aperto un anno fa dalla scoperta delle onde gravitazionali.
“Celebriamo oggi un risultato importante, frutto del lavoro di molti anni”, sottolinea Giovanni Losurdo, ricercatore Infn project leader di Advanced Virgo. “Virgo è cresciuto, - prosegue Losurdo - è diventato un rivelatore di seconda generazione e presto sarà pronto a entrare in network con i due Ligo. Inizia un processo che durerà decenni e che porterà a un progressivo miglioramento della nostra capacità di osservare l’universo attraverso le onde gravitazionali: di questo momento storico Virgo è uno dei protagonisti”, conclude Losurdo.
“Un bellissimo esempio di collaborazione-competizione quello di Ligo e Virgo”, sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’Infn. “Ora si stanno completando gli ultimi passi per avere una rete di interferometri che sarà in grado di dirci non solo che da qualche parte dell’universo è successa una catastrofe spettacolare, ma addirittura dove è avvenuta con una buona precisione. Lo studio dell’astronomia gravitazionale, complementare a quella fatta con tutti gli altri messaggeri cosmici, oggi vede un nuovo potente strumento entrare in scena”, conclude Ferroni.
“Dal 2011 al 2017 la fisica della gravitazione ha subito un’accelerazione strabiliante: la nascita della collaborazione globale Ligo-Virgo, la costruzione degli interferometri di seconda generazione, la prima rivelazione delle onde gravitazionali, e ora la fine della costruzione di Advanced Virgo”, commenta Federico Ferrini, direttore di Ego. “A breve saremo operativi, insieme ai colleghi di Ligo che attendono con la stessa nostra trepidazione il completamento della messa a punto del nostro interferometro, perché tre macchine sono indispensabili per poter procedere con programmi scientifici veramente significativi, ed esplorare orizzonti ancora incogniti”, conclude Ferrini.
Advanced Virgo è il progetto di potenziamento dell’interferometro Virgo con l’obiettivo di migliorarne la sensibilità di un fattore 10 e, di conseguenza, consentire l’esplorazione di un volume di cosmo 1000 volte maggiore che in precedenza. Dopo 5 anni di lavoro (dal 2012 al 2016) e un investimento di 23,8 milioni di euro, come da previsione di budget, di cui 21,8 finanziati al 50% dall’Infn e dall’altro istituto fondatore, il francese Centre Nationale de la Recherche Scientifique (Cnrs), e 2 milioni dall’olandese Nikhef, Advanced Virgo ha previsto modifiche dell’apparato di ottica con specchi più pesanti e performanti, un’elettronica nuova e più potente, un sofisticato sistema di compensazioni delle aberrazioni, un sistema di isolamento sismico ulteriormente potenziato, sistemi di smorzamento della luce diffusa e un miglioramento del sistema di vuoto. Ora, nella sua configurazione Advanced, Virgo sarà in grado di guardare gli ultimi istanti di vita di una coppia di stelle compatte, come le stelle di neutroni, o di buchi neri che ruotano l’uno attorno all’altro sempre più vicini fino a fondersi in un unico oggetto più massivo, come è accaduto nel caso della prima rivelazione delle onde gravitazionali da parte dei due interferometri statunitensi Ligo, il 14 settembre 2015.
“Le prime osservazioni di eventi di onde gravitazionali da due sistemi di buchi neri hanno inaugurato un nuovo capitolo della fisica fondamentale”, spiega Fulvio Ricci, che guida la collaborazione Virgo. “Con il completamento del progetto Advanced Virgo ora si entra nell’era della nuova astronomia gravitazionale, grazie alle proprietà di localizzazione nel cielo della rete planetaria di rivelatori Ligo-Virgo: si tratta di un nuovo grande salto in avanti verso l’esplorazione del nostro universo”, conclude Ricci. [Antonella Varaschin]