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Ieri, oggi, domani.
A uno sguardo superficiale la scienza appare progredire a salti: lunghi periodi di calma intervallati da improvvise scoperte o invenzioni. Un’analisi più attenta rivela un flusso continuo di idee, intuizioni, studi, misure che sono la pietra angolare della conoscenza scientifica stessa e l’ambiente favorevole in cui il colpo di genio può manifestarsi. Per la fisica il 1964 sembrava proprio uno di quei periodi di calma piatta. In realtà la prospettiva offerta dai 50 anni di distanza rende evidente che il 1964 è stato l’anno in cui da fermenti sedimentati nei decenni precedenti sono germogliate fondamentali scoperte scientifiche, che avrebbero manifestato tutta la loro rilevanza solo successivamente, anche a distanza di decenni.
a. Robert Brout (sinistra), Francois Englert, Peter Higgs (destra) b. Murray Gell-Mann (sinistra), Sheldon Lee Glashow (destra)
c. James Cronin (sinistra), Val Fitch (destra)
d. Robert Wilson (sinistra), Arno Penzias (destra)
e. John Bell
c. James Cronin (sinistra), Val Fitch (destra)
d. Robert Wilson (sinistra), Arno Penzias (destra)
e. John Bell
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