Dopo aver completato con successo, nel corso della scorsa settimana, la reinstallazione del rivelatore nel tunnel di Lhc, il piccolo Lhcf ha iniziato alle 2 di questa notte, venerdì 25 novembre, la presa dati nel nuovo run protone-piombo, partito il 10 novembre nel superacceleratore al Cern di Ginevra. Dopo una prima fase di collisioni a bassa intensità e bassa energia (5,02 TeV), questa settimana Lhc fornirà ai suoi esperimenti collisioni a 8,16 TeV. In particolare, come spiega Lorenzo Bonechi, Technical Coordinator dell’esperimento, è previsto un run dedicato a Lhcf a bassa luminosità negli ultimi giorni della settimana.
A differenza dei quattro grandi esperimenti installati all'Lhc, Lhcf è posizionato in linea retta a 140 m dal punto di collisione di Atlas. In questo modo è in grado di rivelare particelle prodotte “molto in avanti”, analoghe a quelle prodotte nelle cascate dei raggi cosmici. Lo studio del numero di particelle secondarie prodotte e del loro spettro in energia è di fondamentale importanza per cercare di interpretare il meccanismo di interazione dei raggi cosmici primari con i nuclei dell’atmosfera.
“I modelli attualmente utilizzati per descrivere questi processi – spiega Alessia Tricomi, responsabile nazionale di Lhcf - hanno finora mostrato significative discrepanze tra loro e rispetto ai dati raccolti dall’esperimento Lhcf. Questo nuovo run ci fornirà ulteriori informazioni utili a capire quale tra i modelli attualmente in uso è più realistico e permetterne una migliore calibrazione, e avrà un impatto fondamentale per meglio comprendere i misteri legati ai raggi cosmici di altissima energia”, conclude Alessia Tricomi. [Eleonora Cossi]