È appena stata completata l’installazione del nuovo acceleratore di particelle, un ciclotrone P70, ai Laboratori Nazionali di Legnaro (Lnl) dell’Infn. Il ciclotrone, che pesa 180 tonnellate, è stato sollevato dalle gru sopra il tetto di un edificio di quattro piani e quindi calato nel sottosuolo, all’interno di una caverna altamente tecnologica, appositamente allestita per ospitarlo. I nuclei esotici prodotti dall’acceleratore saranno utilizzati per creare nuovi radiofarmaci per l’impiego in medicina e, al tempo stesso, il loro studio ci permetterà di indagare i processi che portano alla formazione dei nuclei pesanti, come quelli che vengono sintetizzati nell’esplosione delle supernovae, ampliando così le conoscenze sul nostro universo.
“Il ciclotrone di cui si sono dotati i Laboratori di Legnaro – spiega Giovanni Fiorentini, direttore dei Lnl – è una macchina in cui ogni secondo dieci milioni di miliardi di protoni sono accelerati fino a settanta milioni di Volt, e costituisce la prima parte di Spes, un progetto che servirà per curare l’uomo e studiare l’universo”, conclude Fiorentini. “Spes rappresenta un importante esempio di come le tecnologie d’avanguardia, che noi fisici sviluppiamo e utilizziamo per le nostre ricerche di base, abbiano molto spesso anche un forte impatto sulla società”, sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’Infn. “Questo progetto, su cui l’Infn ha deciso di investire, con un finanziamento complessivo di circa 50 milioni di euro, prevede infatti che il ciclotrone sia dotato di varie linee di fascio, alcune dedicate ai nostri studi di astrofisica nucleare, altre invece impiegate per scopi applicativi: già dal 2016, saremo in grado di generare isotopi necessari alla produzione di radiofarmaci, indispensabili, per esempio, nella diagnosi e nella terapia oncologica”, conclude Ferroni.
L’acceleratore è stato costruito dall’azienda canadese Best, in stretta collaborazione con l’Infn, e la stessa azienda ha anche manifestato l’interesse alla commercializzazione dei radioisotopi prodotti ai Laboratori di Legnaro. La nuova macchina, infatti, permetterà di produrre in quantità radioisotopi, come lo stronzio 82, di interesse eccezionale per la medicina nucleare e disponibili solo in pochissimi centri al mondo. Questa produzione aprirà inoltre la strada a ricerche su radiofarmaci di tipo innovativo, in collaborazione con i più importanti centri nazionali ed esteri.