Entra nella fase finale la messa in opera, ad Amburgo, dell’iniettore di European XFfel (X rays-Free Electron Laser), tra i più importanti progetti nella roadmap dell’European Strategy Forum on Research Infrastructures (Esfri). È stato trasferito nei giorni scorsi, all’inizio del tunnel lungo 3,4 km, il modulo di terza armonica - fondamentale per rimuovere le distorsioni del fascio di elettroni all’uscita dell’iniettore -, i cui principali componenti sono stati progettati e realizzati in Italia. Qualificazione e installazione sono, infatti, avvenute con il contributo di tecnici, tecnologi e ricercatori del Laboratorio Acceleratori e Superconduttività Applicata (Lasa) della sezione di Milano dell’Infn, in stretta collaborazione con il laboratorio Desy (Deutsches Elektronen-SYnchrotron) di Amburgo.
“Si tratta di una tappa fondamentale della partecipazione Infn al progetto European Xfel, il cui commissioning partirà nel 2016 e che sarà pienamente operativo a partire dal 2017”, sottolinea Paolo Pierini, ricercatore Infn e Work Package Leader del sistema di terza armonica di Xfel. Una sfida europea in cui l’Italia è in prima fila con l’Infn, che contribuisce alla realizzazione dell’acceleratore per l’infrastruttura Xfel con la fornitura di metà delle 800 cavità acceleranti superconduttive, e buona parte dei 100 criomoduli che le contengono, oltre che con lo sviluppo e messa a punto del sistema di terza armonica appena installato.
Xfel è un’infrastruttura di ricerca che, grazie alle sue caratteristiche uniche - un’energia di 17,5 GeV (1 GeV corrisponde a un miliardo di elettronvolt), flash di raggi X, 27mila al secondo, a una lunghezza d’onda molto piccola, tra 0,05 e 4,7 nanometri (miliardesimi di metro) - si comporta come una gigantesca macchina fotografica, in grado di catturare dettagli nella regione dell’Angstrom, un decimo di miliardesimo di metro. Un livello di penetrazione della materia che consentirà a Xfel, ad esempio, di mappare i dettagli atomici dei virus, decifrare la composizione molecolare delle cellule, filmare le reazioni chimiche, studiare i processi in condizioni di pressione e temperatura estreme e scattare immagini in 3D del nanomondo. Tutte potenzialità che permetteranno a Xfel di aprire nuove aree di ricerca rimaste finora in larga parte inaccessibili. [Davide Patitucci]