Una nuova missione ha appena lasciato la Terra, alla ricerca dell'inafferrabile materia oscura. Si tratta di Dampe (Dark Matter Particle Explorer), partito dalla base di lancio cinese Jiuquan Satellite Launch Center nel deserto del Gobi, alle 8:12 del mattino ora locale, quando in Italia era ancora l'1:12 della notte. Spedito in orbita dall’agenzia spaziale cinese a bordo del vettore Long March 2D, il satellite è frutto di un accordo di collaborazione internazionale tra l’Infn - con le sezioni di Perugia, Bari e Lecce -, la Chinese Academy of Sciences (Cas), le Università di Perugia, Bari e del Salento, e l’Università di Ginevra.
Dampe può essere considerato il figlio della linea di ricerca e tecnologica sviluppate congiuntamente da Asi e Infn che ha dato luogo a Pamela, Ams (01 e 02), e Fermi. Il satellite estenderà le misure già effettuate nello spazio da Pamela, Fermi-Lat (Large Area Telescope) e AMS-02 (Alpha Magnetic Spectrometer), ancorata alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) dal 2011. Orbiterà a una quota di circa 500 km, dalla quale cercherà la sfuggente materia oscura nel flusso di raggi cosmici che piovono incessantemente sul nostro Pianeta.
"L’esperimento Dampe è una missione per lo studio delle astroparticelle di alte energie, disegnata per rivelare elettroni e fotoni con una precisione e in un intervallo di energia maggiori di quanto possibile con gli strumenti attuali. Lo scopo - afferma Giovanni Ambrosi, della sezione Infn di Perugia, coordinatore nazionale dell’esperimento - è identificare possibili segnali della presenza di materia oscura studiando le caratteristiche delle particelle ordinarie misurate dal rivelatore. Le tecnologie utilizzate sono quelle più avanzate disponibili per la rivelazione di particelle elementari, spinte - sottolinea Ambrosi - a un livello di qualità e affidabilità estremo, per poter garantire una missione di lunga durata, almeno tre anni, nello spazio".
L'esperimento Il satellite Dampe è uno dei cinque progetti di missione spaziale del programma Strategic Pioneer Program on Space Science della Cas. Ha un peso complessivo di circa 1900 kg, di cui 1400 kg rappresentati dai quattro esperimenti scientifici. Una componente chiave del satellite è il tracciatore al silicio, interamente realizzato da ricercatori italiani con il coordinamento dell'Infn di Perugia. Per garantire l’affidabilità delle scelte costruttive e le prestazioni del rivelatore con i raggi cosmici, un modello di qualifica - del tutto analogo a quello impiegato in volo - è stato sottoposto prima del lancio a verifiche presso il Cern di Ginevra, nell’ambito di una campagna di test con fasci di elettroni, protoni e ioni, che si sono conclusi lo scorso giugno. Il rivelatore è stato poi completato ed è arrivato a Pechino, dove è stato assemblato con il resto dell’apparato, in vista del lancio di oggi. [Davide Patitucci]