La collaborazione T2k (Tokai to Kamioka), ha presentato oggi, a Chicago, alla 38° International Conference on High Energy Physics (Ichep), nuovi risultati che indicano con crescente chiarezza che i fenomeni di oscillazione non sono ugualmente probabili per i neutrini e per le loro antiparticelle (gli antineutrini). T2k ha osservato che il numero di antineutrini muonici che oscillano in antineutrini elettronici è inferiore rispetto a quello dei neutrini muonici oscillanti in neutrini elettronici. I risultati sono però preliminari e necessitano di ulteriori conferme. Questi dati hanno destato molta attenzione poiché comportamento diverso dei neutrini (materia) rispetto agli antineutrini (antimateria) potrebbe costituire l’ingrediente cruciale per rispondere a una delle questioni più importanti su cui la fisica contemporanea si confronta. Perché nel nostri universo ha prevalso la materia sull’antimateria? Per poter stabilire se ci troviamo davanti a una nuova scoperta sarà necessario aspettare nuove conferme e maggiore statistica. Come funziona: per misurare questo fenomeno nell’esperimento T2K, un potente fascio di neutrini (o anti-neutrini) muonici viene prodotto nel complesso di acceleratori per la ricerca (JPARC) presso il villaggio di Tokai sulla costa orientale del Giappone. I neutrini vengono prima misurati vicino nel luogo di produzione e poi inviati in direzione del gigantesco rivelatore sotterraneo Super-Kamiokande, a Kamioka, nei pressi della costa occidentale del Giappone, a 295 kilometri di distanza. Durante questo tragitto i neutrini (o gli antineutrini) muonici possono “oscillare”, trasformandosi in neutrini (o antineutrini) di tipo elettronico. T2K ha trovato che il numero di anti-neutrini muonici che oscillano in antineutrini elettronici è inferiore rispetto a quello dei neutrini muonici oscillanti in neutrini elettronici. [Eleonora Cossi]