Lhc è ripartito. Il 25 marzo, dopo la consueta pausa tecnica invernale cominciata il 14 dicembre scorso, alle ore 11.33 i primi due fasci di protoni hanno completato il loro primo giro all’interno dell’anello di 27 km del superacceleratore del Cern di Ginevra. “Grazie a una preparazione della macchina rapida e precisa, oggi Lhc è di nuovo pronto per ricevere i fasci di protoni”, commenta Mirko Pojer, tra i responsabili delle operazioni di macchina, che ha seguito tutte le fasi dalla sala di controllo. “Nelle prossime ore faremo il commissioning di tutti i sistemi e della strumentazione di Lhc a bassa energia, - spiega Pojer - e tra un paio di giorni faremo la prima ‘rampa’, saliremo cioè di energia fino a 6,5 TeV per fascio, ma con un solo pacchetto di protoni (bunch), per verificare che siamo in grado di guidare bene i fasci e che tutto funziona correttamente nella macchina. In seguito, aumenteremo progressivamente il numero dei bunch e, infine, tra qualche giorno metteremo in collisione i fasci: anche qui inizialmente con un solo pacchetto per esperienza. Proseguiremo quindi a fare tutti i test di machine protection per controllare, appunto, che la macchina sia in sicurezza, e nell’arco del prossimo mese faremo arrivare le performance di Lhc a un livello vicino a quello raggiunto lo scorso anno”, conclude Pojer. Le prime collisioni buone per fare fisica si dovrebbero così avere verso fine aprile, dando il via alla seconda fase del run2 all’energia di 13 TeV. E le aspettative scientifiche sono davvero alte, perché nei prossimi mesi sarà possibile raccogliere una quantità di dati sufficiente per sapere se il bump, il picco, per ora piccolo, a 750 GeV di massa, che corrisponde a un eccesso di coppie di fotoni energetici, è una semplice fluttuazione statistica oppure no (vd. qui). Se venisse confermato, si aprirebbero scenari inaspettati e tutti da interpretare. [Antonella Varaschin]