Il 16 ottobre 2017, per la prima volta nella storia dell’osservazione dell’universo, è stata rivelata un’onda gravitazionale (Gw17817) prodotta dalla fusione di due stelle di neutroni e osservata sia nelle onde gravitazionali che elettromagnetiche, sancendo così l’avvio dell’era dell’astronomia multimessaggera. A poco più di un anno dalla storica rivelazione, la rivista Science pubblica uno studio sulla misura delle dimensioni della sorgente Gw17817 che mostra come dallo scontro di due stelle di neutroni abbia avuto origine un getto di energia e materia lanciato nello spazio interstellare a una velocità prossima a quella della luce. Le due stelle di neutroni, nell’atto di fondersi, hanno infatti rilasciato nello spazio circostante materiale ricco di neutroni, che ha formato metalli pesanti. Il getto si è fatto strada attraverso questo materiale. Se non fosse riuscito a emergere avrebbe depositato al suo interno la propria energia, provocando un’esplosione quasi sferica. Il risultato è stato possibile grazie al coinvolgimento di trentatré radio telescopi distribuiti in Australia, Stati Uniti, Asia, Europa e Sud-Africa. Allo studio, coordinato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, hanno partecipato ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università di Milano-Bicocca, del Gran Sasso Science Institute e dell’ Agenzia Spaziale Italiana. “Nella prossima primavera i rivelatori di onde gravitazionali Virgo e Ligo rientreranno in funzione, ‘ascoltando’ un volume di Universo più grande. Ci aspettiamo molti nuovi segnali, e questo tipo di osservazioni saranno fondamentali per capire come si origina l’immensa energia emessa in questi eventi”, ricorda Marica Branchesi, ricercatrice del Gran Sasso Science Institute e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, fra gli autori del lavoro [Eleonora Cossi]
Crediti immagine: O. S. Salafia e G. Ghirlanda