In occasione dell’uscita del numero di ottobre 2018 di Asimmetrie sul tema monografico “messaggeri”, la redazione si è interrogata sulla dicitura corretta in italiano della nuova astronomia avviata dalle scoperte delle onde gravitazionali, il cui annuncio è stato dato esattamente un anno fa, che in inglese viene chiamata “multimessenger astronomy”. La redazione ha così deciso di consultare l’Accademia della Crusca per un parere esperto. Ne è nata una proficua discussione tra scienziati e linguisti che ha avuto come esito che la dicitura corretta in italiano è “astronomia multimessaggera”.
Alcuni degli scienziati favorivano la traduzione “astronomia multimessaggero”, ma all’Accademia questo appariva un calco troppo diretto. In inglese, naturalmente, “multimessenger” non richiede una marca di genere, ma in italiano l’accostamento del femminile “astronomia” a un termine maschile risulta improponibile: se “multimessaggero” è da considerare aggettivo, va concordato al genere del nome; se è sostantivo, per legarsi sintatticamente al nome da cui dipende (che in italiano va anteposto e non posposto) richiede comunque un indicatore, per esempio una preposizione “del”/“dei” (“astronomia del multimessaggero o dei multimessaggeri”). Qui pare comunque che “multimessenger” sia in funzione aggettivale, e quindi l’equivalente italiano richiede la concordanza.
L’Accademia della Crusca, inizialmente, ha proposto anche forme radicalmente alternative, come “astronomia multionda”. Gli scienziati hanno però verificato la correttezza scientifica di questa e altre analoghe proposte, sollevando fondate obiezioni. Nel caso specifico, i “messaggeri” sono sia onde gravitazionali e onde elettromagnetiche (fotoni), che particelle come i neutrini. Dunque, la dicitura “onde” appare riduttiva e insufficiente. Sarebbe forse possibile accettare “astronomia-multimessaggero” (con trattino), ma la forma sarebbe comunque oscura, estranea alla normalità comunicativa della lingua italiana, ancora troppo legata al calco sull’inglese. In questo caso, il vantaggio rispetto all’adozione dell’anglismo integrale si ridurrebbe praticamente a zero, tanto da risultare quasi inutile. Meglio, dunque, cercare una forma non troppo distante dall’originale inglese, ma allo stesso tempo capace di rispettare morfosintassi dell’italiano, risultando così trasparente e comprensibile.
A questo punto, i linguisti hanno chiesto agli scienziati se l’attenzione dei lettori dovesse essere diretta sulla natura e sull’esistenza dei “messaggeri”, oppure sulla portata della nuova metodologia scientifica, intesa come sviluppo nuovo e originale dell’astronomia medesima. Nel primo caso sarebbe stato utile insistere sui “multimessaggeri dell’astronomia”, ma nel secondo sarebbe stato vantaggioso insistere sull’“astronomia multimessaggera”, caratterizzata appunto dalla sua novità, segnalata dall’aggettivo concordato nel genere e nel numero. “La risposta degli scienziati è stata risolutiva: siamo di fronte allo sviluppo di un’astronomia innovativa, dunque appunto di una ‘astronomia multimessaggera’”, commenta il Presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini. “Questa è la forma che proponiamo, approvata anche dal responsabile della Consulenza linguistica dell'Accademia, prof. Paolo D’Achille”.
“Oltre alla correttezza dei contenuti scientifici, la redazione e il comitato scientifico di Asimmetrie prestano anche grande attenzione e cura alla correttezza della nostra lingua e per questo ci siamo rivolti a una delle massime istituzioni in materia”, commenta Fernando Ferroni, Presidente INFN e direttore responsabile di Asimmetrie. “Siamo contenti di aver contribuito alla formulazione condivisa con l’Accademia della Crusca del nome in italiano di questa nuova astronomia inaugurata grazie alle onde gravitazionali, che speriamo, nei prossimi anni, ci riserverà tante belle sorprese”.
L’astronomia multimessaggera è una nuova via di esplorazione dell’universo, che si avvale in combinazione di onde gravitazionali, di fotoni (onde elettromagnetiche) e di neutrini. La sua nascita è stata annunciata un anno fa, il 16 ottobre 2017, a seguito della prima osservazione di un’onda gravitazionale generata dalla fusione di due stelle di neutroni, da parte dell’interferometro dell’INFN e del CNRS francese, Virgo, nei pressi di Cascina (Pisa), e dei due interferometri statunitensi LIGO. Pochissimi istanti dopo, i telescopi per radiazione elettromagnetica captarono i fotoni (dalle onde radio fino ai raggi gamma) associati alla poderosa esplosione verificatasi durante questo fenomeno, avvenuto a 130 milioni di anni luce da noi, alla periferia della galassia NGC4993, in direzione della costellazione dell’Idra. Nel luglio scorso è stata annunciata la seconda osservazione multimessaggera, questa volta grazie alla rivelazione di un neutrino cosmico in associazione a fotoni di altissima energia, che ha permesso di risalire alla loro sorgente: un “blazar”, cioè una galassia attiva con un buco nero supermassiccio al centro, distante 4,5 miliardi di anni luce in direzione della costellazione di Orione.
Il numero 25 di Asimmetrie, in uscita oggi nella sua versione online (www.asimmetrie.it) e in spedizione agli abbonati in questi giorni nella sua veste cartacea, tratta il tema dei “messaggeri” sotto due punti di vista: i messaggeri, intesi come quelli dell’astronomia multimessaggera (onde gravitazionali, fotoni e neutrini) e i messaggeri, intesi come i mediatori delle forze fondamentali. [Catia Peduto]